Fumare è un’abitudine che può avere conseguenze significative sulla salute e sulla vita di una persona. I fumatori affrontano un rischio più elevato di sviluppare malattie gravi come il cancro ai polmoni, le malattie cardiovascolari e altre condizioni legate al fumo.
Questo aumenta la probabilità di morte prematura, lasciando le famiglie in una situazione finanziaria precaria.
E naturalmente è un fattore in gioco importante quando si parla di polizze sulla vita.
Il fumo e le assicurazioni
Ipotizziamo che un fumatore con figli voglia stipulare una polizza temporanea caso morte in modo da essere sicuro di lasciare qualcosa ai propri cari. Ecco, sicuramente di troverà di fronte a due tariffe la prima – minore – riservata a non fumatori e una seconda – più salata – per i fumatori.
Le compagnie assicurative, infatti, valutano attentamente i rischi associati al fumo. Questo perché le compagnie assicurative devono coprire il rischio aggiuntivo di morte prematura legato al tabagismo.
È bene sottolineare quanto le assicurazioni prendano sul serio questa cosa, anche perché in Italia i fumatori sono circa un quinto della popolazione.
In primo luogo, è considerato non fumatore – almeno per UnipolSai – chi non ha mai fumato sigarette, sigari, pipe per 24 mesi di fila. I paletti sono molto stretti: anche una sigaretta sporadica costituisce un passaggio allo stato di fumatore e la cosa vale anche per la sigaretta elettronica (o similari).
In secondo luogo, non essere trasparenti con l’assicuratore è estremamente rischioso. In caso di decesso, infatti, la compagnia può riservarsi di verificare la permanenza dello stato di non fumatore dell’assicurato al momento della morte attraverso la documentazione sanitaria. E qualora da essa dovesse emergere che l’assicurato fumava dichiarandosi non fumatore si può arrivare fino al recesso dell’assicuratore dalla polizza come da articolo 1898 del Codice Civile.
Due tariffe distinte
La distinzione – ben definita e regolamentata – tra fumatori e non fumatori è funzionale alla definizione di due tariffe ben distinte, di cui quella per fumatori è naturalmente la più cara.
E questo perché naturalmente l’assicurazione deve compensare il rischio maggiore di morte per i fumatori. Ma quanto è grande questo rischio di cui stiamo parlando?
Purtroppo, i dati parlano molto chiaro: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore. Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni.
Il fumo aumenta dunque in maniera netta ed inequivocabile il rischio di morte prematura: con conseguenze che toccano salute e portafoglio.
Il modo più efficace per ridurre il premio di un’assicurazione vita per fumatori è banale: smettere di fumare.
Dopo due anni di astinenza dal fumo è infatti possibile contattare la propria agenzia UnipolSai e notificare il passaggio allo stato di non fumatore. A quel punto sarà possibile aggiornare la polizza e pagare un premio più contenuto.
Una scelta che al di là del motivo puramente economico andrebbe fatta per la propria salute e per i propri cari.